Era il 1861.
Anno di avvenimenti straordinari: Vittorio Emanuele II veniva proclamato Re d’Italia, della quale si compiva l’unità dopo le guerre risorgimentali e la Spedizione dei Mille.
Il mio bisnonno Giuseppe Pagnoncelli aveva compiuto gli studi univarsitari a Padova, ancora regnante l’imperatore Francesco Giuseppe.
In quell’anno lasciava la casa natale a Villa d’Adda e grazie ad un prestito della sua famiglia acquistava dai Conti Piccinelli la farmacia, già esistente a Scanzo, nell’edificio che affacciava sul sagrato della vecchia chiesa parrocchiale.
Da allora e per 160 anni la famiglia Pagnoncelli ha gestito senza interruzioni il Servizio Farmaceutico nella comunità scanzese: Giuseppe Pagnoncelli il primo, poi Antonio, successivamente Giancarlo e infine Maurizio, attraverso quattro generazioni e un lungo periodo storico contrassegnato da tutte le vicende liete o drammatiche vissute dalla nostra comunità.
Non mancano le testimonianze di questa lunga attività: i vasi seicenteschi e settecenteschi e le antiche bilance, acquisiti con gli arredi della farmacia; la prima Farmacopea: era ancora quella dell’Impero Austro Ungarico, scritta in latino, dalla quale il mio bisnonno Giuseppe, fervente patriota, subito ritagliò via l’emblema imperiale dell’aquila bicipite; i registri degli stupefacenti e quelli dei conti aperti dalle famiglie dei contadini, che avrebbero saldato alla vendita del raccolto.
Si incontrano i cognomi di molte famiglie storiche di Scanzo e dei paesi vicini: Della Torre, Fantoni, Carrara, Giovannelli, Gregi, Brignoli e tanti altri.
Non era ancora stata inventata l’Aspirina, che verrà sintetizzata nel 1899; non esisteva farmaco che non venisse formulato e preparato direttamente nel laboratorio della farmacia.
Da allora tutto è cambiato, che mille profonde innovazioni hanno trasformato le vite di tutti noi e che la nostra professione ha vissuto una profonda evoluzione.
Credo tuttavia di poter individuare un elemento costante che ha sempre caratterizzato questa lunga vicenda storica e professionale della mia famiglia: il profondo legame, vorrei dire l’ identificazione con la comunità di Scanzo, della quale si condivideva tutto, a cui continuamente ci si rapportava e per la quale si voleva rappresentare - e mi auguro ancora si rappresenti - un costante punto di riferimento, sociale e sanitario.
Esiste ed è forte a Scanzorosciate il senso di appartenenza, la nostra comunità ha sempre saputo essere aperta ed inclusiva e in pochi anni chi ci si viene a stabilire si sente scanzese.
Anche le mie collaboratrici si percepiscono e vengono considerate in buona misura come parte del nostro tessuto comunitario.
È questo uno dei valori che continueremo a perseguire quotidianamente nello svolgimento della nostra prefessione, fedeli alla tradizione della Farmacia Pagnoncelli.
Maurizio Pagnoncelli Folcieri